In questi giorni mi è risuonata nella testa la canzone “In vacanza da una vita” di Irene Grandi.
È uno dei tormentoni della mia vita. Il ritornello fa così:
E perché no, vivo in vacanza da una vita
(Perché no) e tra una discesa e una salita
Perché una ragione non c’è, perché
(E perché no) trovare acqua di fonte che si beve
(Perché no) sotto un sole che bagna di calorePerché no, no, vivo ridendo
Perché no, no, e va bene così
Nel periodo in cui operavo a contatto con il mondo dell’accoglienza, ricordo che amici e conoscenti dicevano quanto fossi fortunata a essere sempre in luoghi turistici a godermi la bellezza dei posti e l’atmosfera vacanziera.
Allora, con la mia mappa mentale che mi guidava, sorridevo abbozzando una risposta evasiva e pensavo invece a quanto fossi sfortunata a dover lavorare quando gli altri erano in vacanza. Diventavo malinconica nel vedere alla sera gruppi di persone docciate e profumate che andavano a godersi la giornata, mentre io ero ancora lì a lavorare con tutta la stanchezza della giornata addosso.
Poi, con il senno e l’esperienza di una vita, ho visto anche questa realtà da un’ottica diversa.
In fondo, potenzialmente, avrei potuto confondermi ogni tanto nella folla dei vacanzieri e ritagliarmi scampoli di spensieratezza anche se ero al lavoro. In fondo ero davvero una privilegiata! Potevo permettermi di vedere il tramonto sul mare, magari dall’ufficio con la matita tra i capelli, per settimane e non per qualche giorno, tanto da avere il lusso di osservare lo spostarsi del punto di “splash” del sole nel mare all’avvicinarsi dell’autunno.
Smart working in vacanza
Nel tempo, per una combinazione di varie esigenze, mi sono dovuta organizzare per lavorare mentre ero in vacanza con la mia famiglia. Così, tra un pannolino, un bagnetto, un allattamento con call in contemporanea, l’invio di mail durante i pisolini dei bimbi, ho imparato a mantenermi sempre all’opera. Anche in questo caso mi dichiaravo sfortunata a non poter dedicare il 100% del tempo a me stessa o ai miei figli. Ma con il senno di poi, ho capito che il vissuto degli altri (e soprattutto dei miei figli) era un altro. Dopo tutto avevano la mamma nei paraggi 24h. Certo, avrei potuto godermela un po’ di più anche io, indossando occhiali rosa invece che grigi. Ma questa capacità è stata una delle conquiste del mio percorso di crescita.
Già allenata per lo smart working
Di recente mi sono ritrovata già allineata a quello che per molti era un nuovo modo di lavorare imposto dal lockdown: lo smart working!
In effetti, ho realizzato che io sono in smart working da una vita. Nei mesi del lockdown ho osservato molti nuovi adepti forzati dello smart working perdere le staffe, sentirsi smarriti e andare in tilt per l’affollamento casalingo o per l’invadenza del lavoro in ogni momento della giornata.
E sì, ci vuole un po’ di pratica e qualche dritta per rendere lo smart working un modo felice di lavorare. Ci vuole un po’ di ORGANIZZAZIONE FELICE!
Smart in inglese significa intelligente ma anche furbo sveglio, geniale, astuto, elegante. Ecco, credo che dobbiamo tutti cogliere l’opportunità per rendere più smart il nostro lavoro e quindi la nostra vita.
E se riuscissimo tutti a sentirci in vacanza dalla nostra vecchia vita (cfr. sempre Irene Grandi 😉) e a rendere la vita più leggera e luminosa?
Smart worker felici, aziende produttive: si può fare!
Visto che il lockdown ci ha imposto di cambiare le nostre abitudini, aiutiamoci a vicenda per acquisire questo nuovo approccio.
Tutti, imprenditori e lavoratori, sono chiamati a fare un salto quantico.
Le aziende dovrebbero imparare a scindere la corrispondenza biunivoca tra il numero di ore comprese nelle due timbrature e la produttività del dipendente.
I lavoratori dovrebbero imparare a essere sempre più allineati rispetto agli obiettivi dell’azienda che dà loro da vivere e, al contempo, a riappropriarsi della propria vita rendendola degna di essere vissuta! Questo vale anche per i professionisti.
Impariamo a organizzare felicemente la giornata, distribuendo il tempo in modo da tener conto dei nostri bisogni più profondi e dei bisogni dell’”altro”, chiunque esso sia.
Settembre è il momento dei buoni propositi! Allora che si fa? Cominciamo?
Vuoi puoi essere più smart, organizzato e felice? Leggi la pagina dell’organizzazione felice.