Quali sono le principali responsabilità di un CFO?
In passato avrei dato una risposta da manuale: “Il CFO gestisce le attività finanziarie dell’azienda. Assolve a funzioni di controllo, amministrazione, reporting. Affianca il CEO o l’imprenditore nelle decisioni più strategiche…”
Consapevole di ricoprire un ruolo chiave per il successo dell’azienda, ho sempre studiato per sviluppare quelle competenze di carattere economico-giuridico necessarie per redigere bilanci, tenere sotto controllo i flussi di cassa, gestire rapporti con le banche ed eventuali investitori…
Quando un manager sente il peso della responsabilità del proprio ruolo, è portato quasi naturalmente a dare priorità a obiettivi specifici come la chiusura di un bilancio e a puntare sulle proprie competenze di carattere tecnico.
Ma l’esperienza mi ha insegnato che questo genere di competenze non basta per preservare un’azienda dal fallimento o per migliorare le sue performance. A lungo andare le hard skills non bastano neppure per essere soddisfatti del proprio lavoro. Perché l’idea di aver lavorato con coscienza e professionalità è una magra consolazione se alla fine della giornata hai sprecato tempo ed energie in conflitti.
Ad un certo punto della mia carriera ho capito che essere preparata non mi bastava più. Volevo anche essere più felice. Ero stanca di lavorare sempre sotto stress e in stato di allerta.
Oltre i numeri… la scienza della felicità
L’incontro con la scienza della felicità e il Genio + ha rappresentato un momento di svolta nel mio percorso professionale. Mi ha permesso di raggiungere quell’equilibrio che da tempo cercavo e di definire un nuovo progetto professionale più in linea con i miei talenti.
Ho scoperto che la felicità non è una parola astratta, una meta ideale, ma una life skill.
È strano parlare di felicità in azienda. Questa parola viene usata per lo più quando si parla di welfare aziendale. Spesso i piani di welfare puntano anche più in basso, puntano alla soddisfazione del dipendente. Ma la felicità è qualcosa di più della soddisfazione. La soddisfazione dipende da qualcosa da condizioni oggettive come dal fatto di avere dei benefit.
La felicità invece è qualcosa che viene prima. È una competenza che può essere allenata e sviluppata con ritorni positivi sia per le persone che per le aziende.
Oserei dire che la felicità è anche di più di una competenza, è una metacompetenza, il risultato di un mix virtuoso di competenze soft come l’autoconsapevolezza, la capacità di comunicare in modo efficace con tutti gli stakeholders (dagli investitori ai colleghi dell’amministrazione e delle altre divisioni) la capacità di lavorare in team, di gestire lo stress e l’imprevisto (competenza che nel 2020 ha manifestato tutta la sua importanza)…
I pilastri della scienza della felicità nella mia attuale attività di CFO e CHO in outsourcing.
Nella scienza della felicità ho ritrovato questo mix virtuoso e un approccio utile per sviluppare il metodo dell’organizzazione felice che applico nella mia attività di CFO e CHO in outsourcing.
I quattro pilastri della scienza della felicità sono:
- + chimica positiva, – chimica negativa
- + essere, – avere e fare
- + noi – io
- + disciplina – caos
+ chimica positiva e – chimica negativa
La chimica positiva corrisponde alla fisiologia della felicità.
Nella mia esperienza di CFO questo concetto richiama l’ambiente di lavoro.
In un ambiente con un alto tasso di conflittualità o dove vige un clima di guerra fredda le persone sprecano tempo ed energie inutilmente e il rischio di errore è più elevato. Ho avuto più volte prova di quanto sia importante lavorare in un ambiente positivo, dove c’è armonia (reale, non finta e astratta), dove i conflitti sono gestiti e diventano stimoli di crescita.
+ essere e – fare e avere
Questo pilastro potrebbe far storcere il naso di imprenditori e general manager, ma il vero significato del più e del meno sta nell’ordine di priorità. Da CFO il mio obiettivo è rendere le aziende più produttive ma le aziende più performanti (+ fare e + avere) sono quelle che hanno un’identità forte (+ essere), quelle in cui le persone sono consapevoli della mission e dei valori dell’azienda e si indentificano con essi.
+ noi e – io
Le organizzazioni positive sono composte da persone che fanno squadra, non da battitori liberi o stelle che cercano di oscurare gli altri.
+ disciplina – caos
Questo pilastro ha ispirato il mio metodo dell’organizzazione felice e ogni giorno ho prova del fatto che per lavorare meglio è necessario dotarsi di un’organizzazione positiva, un’organizzazione che riduce lo spreco di energia e dà più valore ai talenti delle persone.
Se desideri approfondire la conoscenza della scienza della felicità puoi farlo sul sito http://www.2bhappy.it/ dove sono in piacevole compagnia di altri Geni positivi che condividono esperienze di organizzazioni positive.